Tatyana Yang
Biografia
Il tema principale che definisce la mia ricerca è il senso della bellezza. La vera bellezza è come la linea dell’orizzonte: un confine incerto tra la realtà momentanea e l’immagine del Paradiso, quell’eternità che è visibile, per noi, solo «come in uno specchio». La bellezza può essere definita – seguendo Nietzsche – come un velo steso sul caos rovente della vita. Ma questo è velo è ciò che permette alla vita di durare e di salvarla.
In tutti i miei cicli pittorici, vi sono tre temi complementari:
– La natura morta o la vita del soggetto, intesi come riflesso dell’immagine del mondo interiore.
– Il Tempo, inteso diacronicamente, come viaggio attraverso secoli, epoche e differenti dimensioni culturali.
– il tema del giardino come anticipazione e prototipo del paradiso sulla terra.
La mia prima pittura è iniziata con una speciale ammirazione in cantata per il soggetto, la cosa. Nei primi anni, il tema della natura morta è stato preponderante. L’influenza maggiore è stata, ovviamente, quella di Morandi, con i suoi silenzi metafisici e la sua magia della materialità. A poco a poco, il colore è entrato nelle mie opere. Il soggetto è diventato parte dello spazio comune, un segno, un simbolo, una parola in codice nel quadro generale del mondo.
Dalla fine degli anni ‘ 90, il tema del tempo e del viaggio è venuto sempre di più alla ribalta nelle mie opere. La serie è iniziata nel 1998 come un viaggio attraverso il Rinascimento italiano e il Rinascimento russo del XIV–XV secolo ma è un percorso che continua ancora oggi. Sono interessata a trovare il punto nel quale le immagini e gli oggetti hanno ancora una materialità ma hanno già, al loro interno, un significato che non è più esclusivamente umano.
Il tema del percorso si è diviso nel fra tempo in coordinate geografiche e temporali.
Frattempo la serie “Cartoline dalla Spagna”, del 1996, è ancora un’immagine quasi letteraria, la ricerca di un sogno nel passato, la nostalgia per ciò che non è più. Poi vi è stata, per molti anni, la «strada per la Cappadocia», che ha rappresentato per me una sorta di paradiso terrestre. Una delle serie – «Pellegrinaggio al paese D’Oriente» – combinava impressioni dell’antico Egitto, della cultura Copta e della prima Bisanzio — le terre di Siria, Giordania, Palestina.
Un periodo di immersione nella cultura cinese ha portato poi alla serie “la strada per la cima del Monte Taishan”.
Un tema che continua ancora oggi è iniziato, invece, nel 2015, quando sono arrivata per la prima volta a Roma. Nella Città Eterna, le trame precedenti si sono unite. Nella seria “Horti Maecenatis”, il tema del giardino, così importante per me, si unisce al tema del tempo e dell’antichità. I giardini sono custodi del tempo: entrando in uno di essi si entra in una sorta di eternità. Gli odori e i suoni del giardino, i profumi delle Erbe e degli alberi in fiore, il crepitio delle mele, il suono di un melograno maturo che cade da un ramo, il canto dell’usignolo e il fruscio delle foglie – tutti questi momenti vivono oggi come vivevano ai tempi di Orazio e Catullo. Percepire il tempo in un giardino è come contemplare antiche rovine con resti di dipinti sulle pareti. I muri crollano, le grandi città scompaiono, i regni scompaiono, ma il fruscio del vento tra i rami dell’alloro, il profumo del giglio, la neve e il, canto degli uccelli rimangono sempre uguali.
L’antichità che noi conosciamo è frammentata. Il tempo l’ha modificata: le statue degli dei, i gesti, il ritmo dei drappeggi, lo sguardo, gli acanti dei capitelli corinzi, i nomi scolpiti nella pietra. Unendosi nella memoria con la realtà visibile, tutto si sviluppa come in un film muto.
Il rapporto con l’antichità pe me non è un’esperienza estetica separata dalla realtà attuale. Nell’antichità si scorge un rapporto armonico tra divino e umano che oggi è quasi perduto, una bellezza che giustifica e salva. Ma osservando gli antichi manufatti riusciamo ancora a parlare con quel tempo, vediamo il suo autoritratto. L’antichità germina nella memoria, diventa parte di noi e iniziamo a guardare il mondo come attraverso un prisma magico, che arricchisce la realtà ordinaria di innumerevoli significati.
Curriculum
Tatiana Yang e’ nata a Mosca nel 1965.
Fino al 1987 ha frequentato l’Istituto Poligrafico di Mosca (atelier di Dmitrij Bisti). È membro dell’Unione degli artisti di Mosca dal 1992 (sezione stampa) e, dal 2001, dell’Unione artistica dei pittori russi. È, inoltre, membro dell’associazione di artisti FondationTаylor, (Parigi).
Nel 2005 è stata insignita della Medaglia d’oro dell’Accademia russa delle arti per il ciclo Viaggio in Cappadocia.
Vive e lavora a Mosca.
Tatiana Yang ha realizzato i suoi primi lavori con la tecnica dell’acquaforte e della litografia e ha partecipato alle mostre anche come grafica. Dal 1995 espone con continuità le sue opere pittoriche. Fino ad oggi sono state allestite più di quarantacinque sue personali; la pittrice ha preso parte a più di ottanta esposizioni di gruppo in Russia e in Europa.
Oltre alla pittura da cavalletto si occupa di diversi progetti scenici: nel 2001 alcune sue opere sono state utilizzate nello spettacolo Socrate / Oracolo al teatro Taganka, con la regia di Jurij Ljubimov; nel 2004 ha dipinto il grande ciclo pittorico “Sette parole del Salvatore sulla Croce” per una performance musicale su musica di Joseph Haydn (esecuzione di Opus Posth, Tatiana Grindenko).
L’artista è anche progettista grafica, i suoi libri possono essere concepiti come progetti concettuali che includono serie sia pittoriche che grafiche. Tra di essi ricordiamo il De vita Sua di San Gregorio Nazianzeno, 2011; I Giardini di Olga Sedakova e Philippe Jaccottet, in due volumi, 2014; Il cantico dei cantici e il libro di Rut.
Le sue opere sono esposte al MMOMA di Mosca, nella collezione della ABN-bank, in numerose collezioni private in Russia, Stati Uniti, Francia, Germania, Svezia, Cina e Taiwan.
Principali cicli della pittura degli ultimi 20 anni:
2020-2021 Fragmenta (ciclo ispirato dall’antichità classica e dalle rovine dell’antica Roma)
2015-2019 Via Sacra (ciclo dedicato a Roma)
2014 La Tunisi russa (ciclo dedicato alla vita della Flotta russa in esilio)
2013-2014 Viaggio sulla vetta del monte Tai (risultato di un viaggio in Cina)
2009-2010 Litanie (serie italiana)
2008-2011 Tre Palestine, Il pellegrinaggio in Oriente (i cicli sono stati dipinti sulle impressioni dei viaggi in Egitto e Medio Oriente)
2004-2011 Viaggio in Cappadocia (la mostra è bruciata nell’incendio della Sala espositiva centrale Maneggio nel 2004)
2009-2011 Il tempo nel giardino
2000-2010 Fiori. Frutti. Doni.
2003 Le ultime sette parole del Salvatore sulla Croce
2001 Una corona per Socrate
1997-2004 Frammenti di tempo (reminiscenze della pittura del primo Rinascimento e della pittura murale russa dei secoli XIV-XVI)
1996 Bottega
1996-1997 Cartoline dalla Spagna
Principali mostre personali:
2022
– Il senso di Roma. Mosca, Museo statale d’architettura A. V. Ščusev
2021
– Fragmenta. Mosca, galleria KultProekt
– I giardini del Mecenate. Mosca, galleria ArtInvestment
2019
– Area Antiqua, Mosca, Istituto Italiano di Cultura
2018
– Opus incertum. Mosca, Associazione delle arti sul Sadovoe kol’co
2017
– Dei e eroi. Mosca, Centro culturale Pokrovskie vorota
– Caput Mundi. Mosca, Ambasciata d’Italia
2016
– Aurea Roma. Tarusa, Casa degli scrittori
2015
– Via Sacra. Mosca, Museo statale d’architettura A. V. Ščusev
2014
– Viaggio sulla vetta del monte Tai. Mosca, galleria Open klub
2012
– Litanie. Mosca, Sala espositiva centrale Maneggio
2011
– Litanie. Vologda, Museo-riserva statale del Cremlino di Vologda
– Mostra di pittura. Galleria Tret’jakov
2009
– Mostra di pittura. L’Aia, galleria De Tween Pauwen, Amsterdam
2008
– Tre Palestine. Mosca, galleria Volga
2007
– Il pellegrinaggio in Oriente. Mosca, Sala espositiva Nuovo Maneggio
2006
– Mostra di pittura. Francia, galleria Harmattan
2005
– Il fiore che non arde. Mosca, Teatro-scuola di arte drammatica A. Vasil’ev.
2004
– Viaggio in Cappadocia. Mosca, Sala espositiva centrale Maneggio (la mostra è bruciata nell’incendio dell’edificio il 14 marzo 2004)
1999
– Fiori. Frutti. Doni. Mosca, Sala espositiva centrale Maneggio
1998
– Lo spazio del paradiso. Mosca, Sala espositiva centrale Maneggio
– Mostra di pittura. Svizzera, galleria mARTin
1997
– Mostra di pittura. Mosca, Casa centrale dell’artista
– Cartoline dalla Spagna. Mosca, Casa centrale dell’artista
– Bottega. Mosca, Casa centrale dell’artista
– Mostra di pittura – insieme a Ju. Kononenko. Mosca, ABN AMRO-Bank
1995
– Mostra di pittura. Mosca, Casa centrale dell’artista
Principali mostre collettive:
Dal 1994 partecipa con regolarità alle fiere d’arte russe e internazionali: ART JONCTION a Cannes, ESTAMPA a Madrid, ST’ART a Strasburgo, ART EXPO a Barcellona, REALISM ad Amsterdam, ART MANEŽ a Mosca e altre.
2019
– Tra terra e cielo. Mosca, Museo russo di arte decorativa, applicata e folcloristica.
– Cosmoscow. Mosca, galleria JART
2018
– Collezione. Parigi, Orangerie del Senato
2015
– Impero bizantino.ru. Cherson, Forum artistico organizzato dall’Accademia russa delle arti
2013
– Doni. Mosca, Museo statale di architettura A. V. Ščusev
2011
– Pellegrini in Oriente. Mosca, Museo statale di arte orientale
2009
– XLII SALON du dessin et de la peinture a l’eau. Parigi, Grand Palais
2007
– Dal mistero all’avanguardia. Mosca, progetto artistico del Teatro-scuola di arte drammatica
2002
– Spazio culturale. Atene, Grecia.
2001
– Gli artisti del circolo della rivista Arte decorativa. Mosca, Accademia delle arti
– Progetto Salvadanaio. San Pietroburgo, Museo statale russo
1990
– Grafica e scultura delle piccole forme. Mosca, sala espositiva dell’Unione degli artisti di Mosca
Fiori del Pero
2022 – 110×120 cm – olio su tela
Giglio morto/dittico
2023 – 60x70cm – tecnica mista
Magnolia e Acquedotto
2022 – 250x80cm – olio su tel
Peonie rosse/trittico
2022 – 170×60 cm – olio su tela
Testa d’Amazzone
2021 – 160х160cm – olio su tela, collage, tecnica mista